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Tecnologie di supporto

Apple progetta un nuovo chip dedicato all’Intelligenza Artificiale e conferma il proprio interesse per il settore Health

cover apple health
Scritto da Yuri Tedesco

La Apple starebbe lavorando ad un chip specificamente dedicato all’Intelligenza Artificiale (I.A.) le cui applicazioni saranno anche nel campo di wearables e digital health. “Neural Engine” è il nome del chip in progettazione secondo quanto riportato da Bloomberg, che potenzierà quindi le capacità computazionali dei dispositivi Apple sul fronte dell’Intelligenza Artificiale. Inoltre, secondo le ultime indiscrezioni, la Apple sembra sia sempre più determinata a ritagliarsi una propria fetta di mercato nel settore Health e l’upgrade che apporterebbe il nuovo chip non potrà che essere d’aiuto a tale scopo.

In un periodo in cui colossi come IBM, Intel, Google, Microsoft ed Amazon dominano, a conti fatti, l’industria dell’Intelligenza Artificiale (I.A.), si potrebbe dire che la Apple mantenga un “profilo basso” in tale settore.

Tim Cook, CEO di Apple, ha dichiarato in una recente intervista per MIT Technology Review che il motivo per il quale la stampa non dà sempre credito ad Apple per i propri sviluppi nel campo I.A. potrebbe essere dovuto al fatto che la “Mela di Cupertino” preferisca parlare solo delle features di prodotti la cui immissione in commercio sia imminente, mentre molti altri “vendono il futuro”. Continua Cook:

Noi non accenniamo alle cose che andremo a sviluppare nel 2019, ’20, ’21. Non perché non sappiamo cosa faremo, ma perché non ne vogliamo parlare.

Cook sostiene che proprio il Machine Learning – l’importantissima tecnologia appartenente al dominio dell’Intelligenza Artificiale che permette a particolari software di imparare dall’esperienza – sia già ben integrato all’interno degli iPhone: “l’image recognition nell’applicazione foto, per esempio, o anche il fatto che la batteria dell’iPhone adesso duri di più grazie al sistema di power management, che usa il machine learning per studiare il nostro utilizzo e regolarsi di conseguenza” [a].

foto di Tim Cook - CEO di Apple

L’intelligenza attualmente implementata negli smartphone e le prospettive date dal nuovo chip

Siri e gli altri assistenti vocali (detti anche assistenti virtuali) oggi presenti sul mercato, come “Google Now” di Google, “Cortana” di Microsoft, “Alexa” di Amazon, sono sostanzialmente agenti software intelligenti che funzionano grazie ai risultati della ricerca informatica nel settore dell’Intelligenza Artificiale.

“Come posso aiutarti?”
La grafica che contraddistingue l’assistente vocale “Siri” di Apple

Come i lettori più geek sapranno, questi assistenti virtuali hanno bisogno, quasi sempre, di una connessione ad Internet per un funzionamento corretto. In generale, attualmente ogni applicazione smartphone che faccia uso di algoritmi di Intelligenza Artificiale ha bisogno di una connessione; il motivo non è solo quello di permettere all’assistente vocale di aggiornarci sull’ultimo film in uscita nelle sale; vi è alla base anche una ragione tecnica: i processi computazionali di applicazioni di I.A. come le operazioni di Natural Language Processing (NLP) per l’interfacciamento vocale e di Machine Learning sono troppo onerosi per la memoria e per il processore di un comune dispositivo in possesso dell’utente; questi processi vengono pertanto delegati via Internet a potenti centri di calcolo online, che restituiscono, sempre tramite la rete, l’output opportuno una volta svolte tutte le operazioni necessarie.

Sono questi i presupposti alla base del forte interesse destato dalla già citata notizia di Bloomberg. Secondo la fonte, l’azienda di Cupertino sarebbe al lavoro per realizzare un chip espressamente dedicato al processamento di algoritmi di Intelligenza Artificiale, in maniera tale da poter eliminare o ridurre notevolmente l’affidamento di tali particolari calcoli ai server online. Apple starebbe inoltre pianificando di offrire agli sviluppatori l’accesso al chip in maniera che anche le applicazioni di terze parti possano alleggerire il proprio carico computazionale relativo ai tasks di Intelligenza Artificiale. Rendere la potenzialità del “Neural Engine” disponibile a tutti gli sviluppatori di applicazioni mobili porterà anche nuove capacità ai dispositivi.

I risvolti nel settore Health

La Apple, nonostante non abbia diffuso molto dei propri piani a riguardo, vede delle grandi opportunità nel settore Health. Recentemente infatti il gigante tech non solo ha cominciato a mettere insieme team di ingegneri biomedici (come riportato in questo articolo su cnbc.com e come si può notare anche da alcune inserzioni lavorative aperte dall’azienda sul portale LinkedIn), ma ha anche messo fine ad alcune dispute legali con la Nokia in materia di brevetti, fino ad allearsi con la stessa azienda e a dichiarare, in una conferenza stampa congiunta, che insieme sono pronte ad esplorare future collaborazioni in iniziative di digital health.

Misuratore wireless di pressione della Withings, società acquistata dalla Nokia. Anche la distribuzione di tali prodotti health dell’azienda Finlandese da parte di Apple sui propri store è stata messa in discussione nella disputa tra le due aziende, che ora però sembrano essersi allineate su obiettivi comuni sul fronte health, instaurando altresì una partnership i cui dettagli non sono stati del tutto resi noti.

Tornando al Neural Engine, sebbene in superficie le features come il riconoscimento facciale e l’analisi del testo non sembrino direttamente legate al campo medico, le capacità del Natural Language Processing e dell’image recognition effettivamente ben si adattano a necessità come le note mediche o l’imaging (NdR: di quest’ultimo caso applicativo ne abbiamo dato un’esempio nel nostro recente articolo sul sistema “EVA” per lo screening del cancro alla cervice mediante smartphone). Ma non finisce qui: con il nuovo chip, le app per la salute come quelle di tracking fisiologico saranno in grado di dire quando i parametri registrati dal corpo (tramite sensori integrati nel telefono o in accessori indossabili) siano anormali e necessitino un’azione correttiva; ciò grazie ad algoritmi di analisi di dati molto più efficaci ed intelligenti e anche in assenza di una connessione ad Internet (si pensi ad attività sportive in luoghi non adeguatamente coperti dalla rete mobile, o l’utilizzo in zone rurali).

Apple ResearchKit

Nel 2015 la Apple ha lanciato una piattaforma, dal nome “ResearchKit”, che permette di usare gli iPhone per la raccolta di informazioni sulla salute e di rendere tali dati disponibili per la ricerca. Secondo alcuni ricercatori, Apple ResearchKit è sulla soglia di diventare utile dal punto di vista medico .

EpiWatch, un’app della piattaforma Apple “ResearchKit”

Certamente tutte le applicazioni del ResearchKit e della sua declinazione per l’uso del singolo soggetto, il “CareKit”, beneficerebbero del Neural Engine, in quanto le tecniche di Machine Learning sono ormai fondamentali per questo tipo di applicazioni, che vertono su analisi di dati e conseguenti costruzioni di modelli per stime predittive, questi ultimi utilizzabili per prevedere attacchi cardiaci, o epilettici, oppure gli andamenti di patologie come il diabete o il Parkinson. Insomma, gli usi sono potenzialmente illlimitati e se il chip avrà le capacità presunte, il nostro modo di interfacciamento con i dispositivi mobili cambierà, anche nella vita quotidiana.

Come riportato ancora da MIT Technology Review, Tim Cook ha avuto recentemente un colloquio con Rosalind Picard, fondatrice e direttrice del gruppo di ricerca sull’ Affective Computing del MIT Media Lab. In tale colloquio con il CEO di Apple, la Picard ha affermato:

Tramite particolari software per smartphone puntiamo sia a riconoscere la depressione che a prevederla rilevando condizioni di vulnerabilità del soggetto.

 

La Picard ha reso noto a Tim Cook che il suo gruppo di ricerca non sia riuscito ad adattare alle proprie esigenze sperimentali la piattaforma ResearchKit, cosa che Cook ha subito appuntato sulla propria agenda per indagare in merito.

Rosalind Picard

In foto: L’ingegnere del MIT Rosalind Picard, esperta nell’uso di dati provenienti da dispositivi indossabili e smartphone per misurare le emozioni umane. Il termine stesso “Affective Computing” è stato da lei coniato fondando l’omonimo campo di ricerca. Tra le varie ricerche attualmente da lei condotte, vi è quella che studia come i dati prelevati da smartphone possano aiutare ad identificare ed eventualmente anche a prevedere la depressione, un problematica certamente di ampio impatto sociale.

Conclusioni

Resta di fondamentale importanza la tematica sull’affidabilità dei dati inerenti alla salute raccolti da smartphone e dispositivi indossabili (wearables) ad essi associati; tale tematica è oggetto di studio da parte di vari gruppi di ricerca. Il futuro è comunque già tracciato: col divenire sempre più intelligenti, smartphone o dispositivi indossabili dedicati potranno giocare un ruolo fondamentale nella comprensione di meccanismi sia epidemiologici su larga scala che specifici su scala individuale per una medicina personalizzata e di precisione.


Note:
  1. La semplice osservazione di come l’assistente vocale “Siri” presente sui dispositivi Apple come iPhone, iPad e Mac non sia reputabile inferiore ai suoi concorrenti (risultando anzi, secondo un sondaggio online effettuato a maggio 2017 da SurveyMonkey per USA Today, tra i principali assistenti vocali esistenti, quello più apprezzato ed usato negli States), dimostra come la Apple abbia focalizzato la propria attività di ricerca e sviluppo nella I.A. su ben ponderati domini applicativi, rimanendo, bisogna aggiungere, in un ambito principalmente business-to-consumer a differenza delle altre aziende sopra citate, che operano anche o soprattutto in maniera business-to-business.
  2. Anche Google ed altri marchi tech hanno iniziato a muovere dei passi nella direzione dell’esecuzione offline di alcuni task di I.A. su dispositivi mobili. Maggiori dettagli possono essere trovati qui:
    – www.huffingtonpost.in | Siri, Google Assistant And The Offline World Of Artificial Intelligence
    – www.theverge.com | A new MIT computer chip could allow your smartphone to do complex AI tasks

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Informazioni autore

Yuri Tedesco

Laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica conseguita all'Università degli Studi di Napoli "Federico II".
Nutre una forte passione per la scienza e la filosofia della scienza, nonchè per il settore ICT.
Nell'ambito della Bioingegneria è particolarmente interessato alle tecniche di Machine Learning applicate a segnali fisiologici e biomedici. Molto interessato anche alle neurotecnologie.
Attualmente lavora come consulente nell'ambito dell'analisi di dati.
Per IngegneriaBiomedica.org fa parte del team di redazione, seguendo i neoautori e fornendo supporto e consulenza sui temi dell'ingegneria biomedica.

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