Kyme è uno spin-off project con sede a Napoli presso il “Center for Advanced Biomaterials for Healthcare” dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Nell’ambito della competizione Start Cup Campania 2016, l’idea imprenditoriale Kyme è risultata essere la prima della Regione in ambito biomedico e la seconda, dopo Megaride, nella competizione complessiva. Le start-up vincitrici parteciperanno al Premio Nazionale per l’Innovazione #PNI2016 che si terrà a Modena il prossimo 1 e 2 Dicembre.
kyme è finalizzata alla progettazione di dispositivi medici iniettabili per la Risonanza Magnetica (RM), contribuendo al miglioramento dell’Imaging Diagnostico, attraverso l’utilizzo delle nanotecnologie. Il prodotto finito consiste nella combinazione di materiali biocompatibili con mezzi di contrasto clinicamente approvati e già attualmente in uso, senza alterarne la struttura chimica bensì migliorandone gli aspetti funzionali e riducendone gli effetti tossici.L’idea di Kyme – racconta l’Ing. Enza Torino, ricercatrice presso l’IIT di Napoli – nasce da un bisogno sociale. Con il progressivo aumento dell’aspettativa di vita, il numero degli esami diagnostici prescritti è sempre maggiore. Kyme vuole garantire una diagnosi precoce che permetta, quindi, di intervenire con la terapia più appropriata migliorando la qualità della vita del paziente.
La tecnologia utilizzata si basa su una piattaforma di microfluidica, appartenente alla classe di dispositivi Lab-on-chip, che sfrutta l’accurato controllo della miscelazione di fluidi all’interno di microcanali. Il brevetto, depositato nel Dicembre 2015, è stato reso disponibile agli stati europei ed extra europei.
I benefici del prodotto Kyme
I prodotti Kyme permettono di ridurre di circa 10 volte la dose di mezzo di contrasto somministrata al paziente, mantenendo inalterata la qualità dell’immagine RM. Possono, inoltre, essere resi specifici per un determinato organo e/o patologia.
Il punto di forza del prodotto Kyme è la possibilità di rendere visibili dettagli anatomici altrimenti non apprezzabili, permettendo una diagnosi più efficace, la riduzione della dose somministrata e, di conseguenza, degli effetti collaterali.
Il team Kyme, composto da ricercatori e dottorandi in Bioingegneria ( Enza Torino, Donatella Vecchione, Maria Russo, Alfonso Maria Ponsiglione ), può vantare di alte competenze nel settore dell’ingegneria di processo ponendo particolare attenzione ai processi innovativi per la produzione di nanomateriali funzionali per la terapia e la diagnostica.
Perchè Kyme ?
Il nome deriva dal nome greco dell’antica città di Cuma, Κύμη (Kýmē), dove è ancora oggi possibile visitare l’antro della Sibilla, luogo in cui ella divulgava i suoi oracoli.
Ispirandosi alla affascinante storia di Cuma, l’obiettivo di Kyme è quello non solo di migliorare i mezzi di contrasto attualmente disponibili, ma di proporre una nuova soluzione alla perdita di dettagli importanti che esami diagnostici come l’RM contengono, provando così addirittura ad anticipare e prevedere l’evolvere di una patologia, prima che essa diventi di grave entità. Il fascino e il potenziale di questo progetto sono al pari di quello della leggenda sibillina, ma per fortuna in questo caso la fantasia può diventare realtà.
Prospettive
Kyme prosegue la sua attività di ricerca e sviluppo di nanomateriali funzionali per la diagnostica, ponendo l’obiettivo di inserirsi, sempre più, nella rete di partner e investitori, nazionali ed internazionali, che possano supportare il progetto, rendendolo possibile.
Su 151 progetti raccolti, in una selezione molto competitiva con quasi il 30% di iscrizioni in più rispetto all’anno precedente, il team Kyme è stato scelto tra le migliori 20 idee che accederanno alla seconda edizione di Bioupper e alla Training Week. Momenti formativi con i principali finanziatori nazionali ed internazionali (business angel, venture capital) e supporto professionale da parte di consulenti, esperti di settore, imprenditori di successo, docenti e ricercatori, contribuiranno a consolidare e valorizzare l’idea imprenditoriale.
BioUpper è la prima piattaforma italiana di training e accelerazione che sostiene le nuove idee d’impresa nel campo delle scienze della vita.
E’ un’iniziativa promossa da Novartis Italia e Fondazione Cariplo, realizzata in collaborazione con Fondazione Politecnico di Milano, mediante il suo incubatore Polihub e la validazione scientifica di Humanitas.