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Tecnologie di supporto

Bit e algoritmi contro lo stress

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Scritto da Francesca Zangaro

Sentirsi stressati è un campanello di allarme lanciato dalla nostra psiche, quando la sottoponiamo ad esperienze particolarmente pressanti. Si tratta di un fenomeno relativamente normale che va tenuto sotto controllo perché, se eccessivo, può compromettere il benessere mentale e fisico della persona. Le moderne tecnologie biomediche possono aiutare ad avere consapevolezza del proprio stato di salute mentale ed emotiva, aprendo le porte alla digital health.

Perché è importante il controllo dello stress?

Relazioni, lavoro, attività fisica sono elementi che spesso fanno sentire sopraffatti, provocando stress. Anche l’emergenza SARS-CoV-2 sta causando un sovraccarico emotivo, dovuto non solo alla paura per la malattia, ma anche per l’incertezza nel futuro, generata dalla conseguente crisi economica. In realtà, lo stress è l’iniziale risposta positiva del nostro corpo a una situazione di disagio che ha lo scopo di contribuire a potenziare il nostro sistema immunitario. A lungo andare però da “fisiologico” può diventare “ossidativo”, esponendo l’individuo a problemi di salute, irritabilità, affaticamento. Malgrado l’impatto negativo sulla salute sia rilevante, tutti i periodi di stress possono essere gestiti. Ed è qua che entra in gioco la digital health.

Maggiore self-control con Pip

Pip è un piccolo dispositivo in bundle app per smartphone, progettato per fornire un feedback immediato sui livelli di stress. Lanciato nel settembre del 2014, sin da subito ha dimostrato la sua efficacia nell’analisi del livello di stress. La tecnologia misura le variazioni di status del sistema nervoso simpatico quando viene attivato a causa dell’improvviso rilascio di ormoni, dovuto appunto a condizioni di stress. Ciò si traduce in un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, della pressione sanguigna e del sudore che rendono più facile il passaggio di particelle elettriche attraverso la superficie della pelle, consentendo quindi la misurazione dell’attività elettrodermica (EDA). Quindi, tenendo il dispositivo Pip tra pollice e indice, è possibile rilevare l’intensità della corrente che attraversa la superficie della pelle: più il sistema nervoso simpatico è attivo, più la persona è stressata.

Le variazioni dell’attività elettrodermica vengono comunicate da Pip attraverso app che utilizzano feedback audio e visivi per esternalizzare i livelli di stress in evoluzione nel corpo. Più nello specifico, l’app mostra un’immagine invernale che l’utente deve trasformare in estiva, cercando di gestire e ridurre lo stress in maniera autonoma: più a lungo l’utente riuscirà a mantenere basso lo stress, più velocemente cambierà la scena.

Un ruolo fondamentale viene giocato dal biofeedback che, consentendo al soggetto di osservare i cambiamenti dei livelli di stress, permette al soggetto stesso di imparare ad autoregolarsi, stimolando così le naturali risposte di guarigione dell’organismo.

Un aiuto alla meditazione: Muse headband

Si tratta di una fascia wearable – fronte/orecchie – per il rilevamento dell’attività cerebrale che aiuta ad ottenere il massimo dalla meditazione, allontanando così lo stress. Il dispositivo ha sette sensori: due sulla fronte, due sensori auricolari in gomma conduttiva e tre sensori di riferimento progettati per rilevare e misurare l’attività cerebrale attraverso EEG (elettroencefalogramma). Al termine, è possibile accedere alle misurazioni su tablet e smartphone utilizzando il bluetooth.

Una delle preoccupazioni più critiche riguarda la sensibilità del gadget. Poiché l’EEG è misurato in microvolt, il rumore muscolare può oscurare la traccia. Per evitarlo, l’azienda aiuta gli utenti ad impostare la ricettività dei sensori, fornendo una guida all’uso. Dal momento che inizia la meditazione, è possibile selezionare la lunghezza di sessione: se si vuole viaggiare virtualmente in una spiaggia rilassante, ad esempio, il sound di fondo sarà proporzionale all’attività cerebrale suddiviso in tre categorie: calmo, neutro e attivo fino a scomparire completamente mentre la meditazione avanza. Ovviamente l’obiettivo finale è quello di raggiungere lo stato di calma.

Muse, sviluppata nel maggio del 2014, mira ad insegnare ai pazienti in che modo modificare la risposta delle proprie onde cerebrali a una situazione di stress, mediante la rappresentazione grafica delle loro emozioni.

Per gli amanti della virtual reality: Psious

Nato in Spagna, Psious è lo sviluppatore di una tecnologia mobile VR (Virtual Reality) utile per trattare pazienti in ambito psicologico. Il visore, una volta indossato, consente all’utilizzatore di ricevere i benefici della terapia mindfulness, attraverso un viaggio in ambienti virtuali che gli danno una profonda e appagante sensazione di rilassamento e benessere. Il controllo dello stress ossidativo del paziente, da parte del terapeuta, avviene tramite un pannello di controllo che ha lo scopo di modificare l’ambiente virtuale in base alle reazioni del paziente stesso, il quale, con questa simulazione, viene preparato a gestire situazioni reali.

Superare lo stress con chatbot

Le chatbot (un termine che unisce le parole chat e robot) sono tra gli strumenti più sperimentati degli ultimi anni. Si tratta di programmi che simulano una conversazione tra macchina ed essere umano. A tal proposito è bene citare Joy,  un software disponibile come counsellor che fa domande e offre suggerimenti su come superare lo stress. Altre chatbot sono state create per venire incontro ai bisogni degli studenti, per monitorarne gli stati emotivi e lo stress. Alla base del funzionamento delle chatbot ci sono algoritmi di intelligenza artificiale che incrociano i dati forniti dall’utente con i big data. Il bot aumenta progressivamente la sua intelligenza attraverso le conversazioni con gli utenti, fornendo risposte sempre più mirate ai bisogni dell’individuo.

La tecnologia come strumento, l’uomo come missione

Una ricerca del 2019 mostra che gli ausili digitali per la salute mentale possono effettivamente contribuire a migliorare il benessere psicologico della persona. Questi tool possono aumentare il livello di autocontrollo e consapevolezza dell’individuo, aiutandolo a sviluppare una sorta di educazione alla salute mentale al fine di trovare dentro la propria psiche il metodo giusto per alleviare lo stress e migliorare la qualità della vita.


Fonti e approfondimenti:

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Informazioni autore

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Francesca Zangaro

Dottoressa in Ingegneria Biomedica, Università di Pisa.
Appassionata di innovazione e tecnologia con l’obiettivo di studiare e contribuire alla divulgazione di nuovi orizzonti scientifici nel campo dell’ingegneria biomedica.

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2 commenti

  • È bello poter dare una connotazione umana alla tecnologia.
    Grazie per il feedback!

  • E’ bello sapere che i chatbot come assistenti virtuali stiano prendendo piede anche per ambiti diversi dal marketing, dove sono molto efficaci e sempre più popolari. Se la tecnologia prosegue a innovarsi così velocemente, poi, le differenze con l’interazione umana saranno sempre meno e l’esperienza dell’utente in qualsiasi ambito migliore.

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