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Criogel iniettabili: la nuova frontiera nel trattamento dei difetti ossei

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Scritto da Riccardo Colnago

La medicina cerca di minimizzare l’invasività degli interventi in ogni suo campo, semplificandoli e riducendo i rischi per il paziente. In campo ortopedico il trattamento dei difetti ossei è ancora legato a procedure chirurgiche invasive: sostituirne alcune con tecniche più semplici è l’obiettivo di un gruppo di ricerca dell’Università di Aveiro in Portogallo, che lavora con materiali biomimetici per la ricostruzione del tessuto osseo tramite gel iniettabili a basse temperature.

I limiti nella ricostruzione del tessuto osseo

A differenza della maggior parte dei tessuti, quello osseo è in grado di rigenerarsi e rimodellarsi. La sua capacità rigenerante dipende da molti fattori legati alla storia clinica del paziente, come ad esempio: le malattie tipo il diabete, lo stile di vita, l’utilizzo di farmaci anticoagulanti, e anche in base al tipo di frattura o difetto. In particolare, in una frattura o danneggiamento osseo, quando la distanza tra due estremità di tessuto sano raggiunge una certa dimensione (detta critica), l’osso non è in grado di rigenerarsi in autonomia, ma sono necessari interventi esterni. La procedura standard per la ricostruzione dei difetti ossei critici è considerato il trapianto autologo, ovvero il donatore è lo stesso ricevente, così da limitare il rischio di una risposta immunitaria e favorendo la ricrescita del tessuto. Questa soluzione, comporta un iniziale prelievo, generalmente dalla cresta iliaca, e un successivo impianto. Il paziente deve, quindi, essere sottoposto ad un doppio intervento aumentando il rischio di infezioni; inoltre il tessuto può essere asportato solo in quantità limitate. Per ovviare al problema sono state sviluppate delle alternative che vanno dall’allotrapianto (prelevando il tessuto da un donatore e sottoponendolo a un processo di decellularizzazione), all’utilizzo di protesi in materiali biodegradabili o in lega di titanio. Queste procedure richiedono, a loro volta, interventi chirurgici e comportano ulteriori problematiche che rischiano di compromettere la riuscita dell’operazione. Tra queste, vi è il rischio di una risposta immunitaria, una scarsa migrazione cellulare, la difficoltà nel riempire completamente il difetto osseo e, infine, l’incapacità di promuovere la ricrescita del tessuto.

Gli idrogeli rappresentano una soluzione mininvasiva

Una possibile alternativa alle tecniche convenzionali è data dall’utilizzo di idrogeli che possono essere iniettati all’interno del difetto osseo, occupandone l’intero volume, per poi subire un processo di reticolazione che conferisce stabilità strutturale al gel. Gli idrogeli sono comunemente utilizzati per il rilascio di farmaci e, nel caso di applicazioni ortopediche, possono essere caricati con sostanze osteoinduttive.

Per approfondire: vantaggi e svantaggi degli idrogeli

Facendo reticolare i gel a basse temperature, si ottengono delle strutture porose che possono essere poi iniettate mantenendo inalterata la loro forma. I gel ottenuti con questa tecnica prendono il nome di criogeli.

Criogel: caratteristiche e applicazioni ortopediche

La struttura dei criogeli dipende dalla differente temperatura di reticolazione del solvente e del gel. Scendendo a basse temperature (-20/-40 °C), il solvente (acqua) cristallizza, mentre il gel viene fatto reticolare mantenendo lo “stampo” dei cristalli di ghiaccio. La struttura porosa che si ottiene può assorbire e rilasciare velocemente una grande quantità di acqua, e, soprattutto, di recuperare la propria forma in seguito alle deformazioni. Queste caratteristiche si adattano perfettamente all’ortopedia: la porosità, infatti, facilita la migrazione cellulare mentre l’elevata deformabilità facilita l’inserimento di costrutti preformati nel sito di impianto. Per ottenere queste strutture si ricorre a varie tecniche come la formatura con stampi in PDMS che permette di ottenere forme semplici e impiantabili (Figura 1).

stampi PDMS criogel
Figura 1. Rappresentazione schematica della tecnica per ottenere geometrie semplici impiantabili in criogel. Credits: Materials Today Bio

Risultati dello studio preliminare

Un nuovo approccio: stampa 3D e congelamento direzionato

La ricerca di una strada alternativa che permetta di ottenere un materiale più prestante non è semplice. Infatti, questa riguarda sia la scelta della giusta composizione del gel e delle sostanze al suo interno sia della tecnica di produzione.

Nei laboratori del dipartimento di Chimica dell’università di Aveiro si è deciso di testare le potenzialità di un gel in laminarina metacrilata caricato con nanoparticelle porose di silice e con l’aggiunta di un agente fotopolimerizzante (Figura 2). Per rispettare il requisito di personalizzazione dell’impianto si è scelto di utilizzare la stampa 3D in forma libera, che permette di ricreare le forme ottenute dalla μ-Tomografia Computerizzata, e il congelamento direzionale per orientare la porosità del gel.

rigenerazione osso stampa 3D
Figura 2. Schematizzazione del processo di formazione di MetLAM (criogel macroporosi a base di laminarina metacrilata). Credits: ACS Applied Materials & Interfaces

Composizione del gel

Il gel si compone di una miscela studiata di laminarina, cioè un polisaccaride ramificato prodotto dalle alghe brune che è stato sottoposto a un trattamento specifico per inserire nella sua struttura dei gruppi metacriloilici, necessari a indurre la fotopolimerizzazione. Per favorire lo sviluppo e la migrazione delle cellule ossee, sono state inserite al suo interno delle particelle mesoporose di silice drogate con ioni calcio e fosfato. Le particelle sono facili da funzionalizzare e hanno già mostrato in lavori precedenti delle buone proprietà in termini di osteoinduzione e conduzione.

All’interno della miscela è stato introdotto anche l’alginato, utilizzato per migliorare le proprietà reologiche senza interagire con le sue componenti. La funzione principale dell’alginato è quella di aumentare la viscosità del gel. In questo modo l’alginato può fuoriuscire dalla stampante come filamento, anziché come gocce di materiale. Inoltre, serve da struttura sacrificale di supporto ed è facilmente removibile dopo la polimerizzazione del gel.

Tecnica di produzione

Il materiale viene depositato con una tecnica di stampa 3D in forma libera all’interno di una matrice viscosa (gomma xanthana) che permette di mantenere la forma della struttura finale prima della procedura di congelamento e cross-link. Successivamente, il complesso gel più gomma viene congelato su uno scambiatore di calore a -20°C se posizionato lungo una direzione preferenziale, ottenendo una forma lamellare, e cross-linkato con luce UV. Solo a questo punto si procede allo scongelamento e alla rimozione di alginato e gomma (Figura 3).

stampa 3D congelamento struttura
Figura 3. Processo di produzione delle strutture in criogel. Credits: ACS Applied Materials & Interfaces
  • Abbiamo parlato di stampa 3D anche nei seguenti articoli:

La chirurgia ortopedica si fa su misura con la stampa 3D

Il futuro dell’ortopedia è nella stampa 3D

Il criogel: prestazioni e proprietà

Le proprietà meccaniche del gel sono state verificate mediante test di compressione statica e ciclica e comparate con un gel ottenuto partendo dallo stesso materiale – realizzato però con tecniche differenti come semplice idrogelo o idrogelo liofilizzato. Le prove hanno dimostrato come il criogel non presentasse delle deformazioni permanenti fino ad una compressione del 95%, mentre i rispettivi campioni di controllo le subivano già con una deformazione dell’80% nel caso del materiale liofilizzato e del 40% nel caso dell’idrogelo. Questa differenza è dovuta all’assenza di una struttura macroporosa nell’idrogelo che permetta di rilasciare facilmente l’acqua al suo interno. La struttura porosa del criogel, oltre a garantire un’elevata deformabilità (che lo rende adatto ad una possibile iniezione) favorisce anche il passaggio di liquidi e l’insediamento di cellule. Dato che l’obiettivo principale era quello di ottenere una struttura iniettabile con la strumentazione standard di laboratorio, questa proprietà è stata verificata facendo passare il gel attraverso una siringa da 16 gauge valutando la deformazione permanente ottenuta (Figura 4).

criogel iniettabile siringa
Figura 4. Rappresentazione dell’inserimento della struttura stampata mediante una siringa da 16 Gauge; questa si deforma per passare all’interno dell’ago per poi fuoriuscire recuperando la forma. Il grafico sulla destra evidenzia una variazione nell’area finale del dispositivo all’aumentare della deformazione a cui è sottoposto. Credits: ACS Applied Materials & Interfaces

Infine, per verificare la vitalità cellulare all’interno della struttura in criogel sono state seminate cellule staminali adipose umane al suo interno, evidenziando non solo come queste siano rimaste vitali, ma come abbiano anche cominciato a depositare matrice extracellulare dopo sette giorni di coltura.

Risultati

Conclusioni e sviluppi futuri

Nonostante le prestazioni promettenti del nuovo materiale, sarà ancora necessario lavorare alla sua ottimizzazione. Infatti, le strutture iniettate che subivano deformazioni superiori al 50% presentavano una diminuzione notevole dell’area totale. Tuttavia, modificando i parametri di stampa e cambiando la struttura interna del dispositivo sarebbe possibile risolvere questo problema. Inoltre la capacità del gel di ospitare le cellule e di proteggerle durante un’eventuale procedura di iniezione, apre la strada a nuovi studi per l’inserimento di sostanze bioattive che facilitino la proliferazione cellulare. In conclusione, grazie alla capacità di creare strutture paziente-specifiche, alla facilità di realizzazione e alla capacità di rilasciare farmaci e ospitare cellule, questa nuova tecnica per l’uso degli idrogeli ha il potenziale per avere un impatto significativo in ambito ortopedico.


Fonti e approfondimenti
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Informazioni autore

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Riccardo Colnago

Ingegnere biomedico che ha appena concluso gli studi presso il politecnico di Milano con specializzazione in cellule e tessuti. Appassionato di stampa 3D e fermentazione

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