Spesso ripenso, con tanta ironia, all’affermazione, da vero ignorante patentato, di un mio istruttore di Visual Basic che nel lontano 1999 disse che ormai in informatica era stato creato tutto..! Chissà quanti bocconi amari ha inghiottito questo tipo nel corso degli ultimi anni, in pieno boom dell’Era Digitale e Movimento Post industriale. Mi piacerebbe fargli fare una chiacchierata col sociologo Domenico De Masi che sicuramente gli farebbe cambiare idea, a meno che non ci sia arrivato da solo a capire quanto fosse errata ed infelice quella sua affermazione. E un esempio macroscopico di quanto fosse in errore il nostro istruttore è proprio il fenomeno della Stampa 3D in piena espansione. Al grande pubblico italiano questa nuova e strabiliante periferica l’ha presentata Piero Angela in SuperQuark già nel 2011 e, nuovamente, anche nella puntata del luglio 2013.
E’ nostra intenzione in questa sede analizzare le principali tipologie e le caratteristiche di funzionamento di questo dispositivo attraverso un ciclo di articoli a puntate, perché riteniamo che esso possa rappresentare, prendendo ovviamente le dovute cautele commerciali, una bella occasione per la creazione di piccole imprese da avviare con investimenti abbastanza contenuti. La portata di questa applicazione sfugge solo al nostro Paese dal momento che l’autorevolissimo The Economist, in un editoriale del 10 febbraio 2011 afferma:
La stampa tridimensionale rende economico creare singoli oggetti tanto quanto crearne migliaia e quindi mina le economie di scala. Essa potrebbe avere sul mondo un impatto così profondo come lo ebbe l’avvento della fabbrica… Proprio come nessuno avrebbe potuto predire l’impatto del motore a vapore nel 1750, o della macchina da stampa nel 1450, o del transistor nel 1950, è impossibile prevedere l’impatto a lungo termine della stampa 3D. Ma la tecnologia sta arrivando, ed è probabile che sovverta ogni campo che tocchi.
Queste considerazioni non devono assolutamente essere sottovalutate! I campi di applicazione della stampa 3D sono innumerevoli e spaziano dalle applicazioni industriali a quelle chirurgiche. Nel corso del primo anno di vita della mia Community AutoCAD, Rhino & SketchUp designers su Google Plus ho avuto modo di condividere molto materiale circa le stampanti 3D e di articoli ne ho letti tantissimi. Quelli che mi hanno più intricato al di la della prototipazione industriale, riguardano proprio la possibilità di risolvere casi medici con delle tecniche che fino a pochi anni fa ci sarebbero sembrate delle trovate fantascientifiche. Tra tutte è il connubio tra la tecnica degli scaffolding (impalcature) e quella della coltivazione di cellule staminali che permettono la riproduzione di organi perfettamente funzionali e di massima compatibilità dal momento che queste cellule provengono dal corpo del ricevente! Gli scaffolding vengono stampati in 3D in materiali organici che saranno poi “assimilati” dall’organismo, senza pericoli di sorta, per realizzare la struttura dell’organo che si vuole riprodurre in termini di forme e volumi. Su queste impalcature sono innestate delle cellule sane appartenenti all’organo che si vuole sviluppare con delle cellule staminali che provvedono a fare il resto. E’ notizia di poche decine di giorni fa, il salvataggio di due bambini affetti da una grave patologia respiratoria (tracheobroncomalacia, cioé il prolasso tissutale del tratto bronco tracheale) che li costringeva a stare chiusi in delle macchine per la respirazione artificiale, proprio con questa tecnica. Nell’articolo, dello scorso 19 marzo, apparso su La Repubblica.it/tecnologia,si spiegava che a realizzare questo piccolo grande miracolo sono stati i ricercatori e i medici operanti presso il policlinico dell’Università del Michigan. Non parliamo poi delle applicazioni in campo ortopedico e dentistico, dove la stampa 3D realizza ossa e denti su misura con densità e materiali perfettamente compatibili col corpo umano! Si parla di grandi progressi anche in campo oftalmologico. Le applicazioni industriali delle stampanti 3D sembrano poi essere infinite e particolarmente utili per verificare pezzi molto complessi prima della produzione su larga scala. Sulla pagina della General Elettric ho scovato due studi per la realizzazione di prototipi di componenti destinati ad un motore a reazione: un supporto e la turbina. Va da se che la grande industria ha la possibilità economica di realizzare autonomamente stampanti eccezionali e di altissima affidabilità perché questo gli costa molto meno in termini di ricerca sui prodotti e di errori di fabbricazione. Le applicazioni di stampa 3D trovano anche nell’arte e nella moda sbocchi produttivi molto interessanti: statue e oggetti d’arte da esposizione, oppure scarpe e accessori originalissimi prodotti esclusivamente per i nostri piedi e il nostro corpo. Se queste sono le prospettive, non poco allettanti, per chi vuole mettere su una start up con minimi investimenti è bene considerare che queste nuove periferiche non sono solo per una élite ristretta di facoltosi industriali ma che il loro costo è sceso enormemente negli ultimi mesi e che oggi con appena 150€ hai sulla scrivania di casa la tua stampantina 3D! Conviene quindi analizzare bene il target di riferimento e le sue necessità prima di fare passi azzardati.
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