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Letizia: la gamba bionica dell’emergenza mutilati in Ucraina

gamba protesi isinnova
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Scritto da Vanessa Palmieri

LETIZIA è un prototipo low-cost di protesi di arto inferiore sviluppato dall’azienda Isinnova in collaborazione con Intermed Onlus. Lo scopo principale di questo progetto open source è restituire ai mutilati di guerra in Ucraina la possibilità di tornare in posizione eretta e di ricominciare a deambulare. Letizia è un ausilio economico, accessibile, adattabile e stampato in 3D.

Abbiamo avuto il piacere di incontrare ancora una volta Cristian Fracassi, ingegnere edile-architetto, CEO e fondatore di Isinnova e Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Ciao Cristian, è un piacere intervistarla su un nuovo ed eccitante progetto!

In che cosa consiste LETIZIA e come nasce quest’iniziativa solidale?

LETIZIA nasce con l’intento di verticalizzare persone che hanno subìto un’amputazione a un arto inferiore. Un gruppo di volontari e medici italiani attivi sul fronte ucraino con Intermed Onlus ha chiesto il nostro aiuto e la nostra collaborazione nella creazione di un prototipo di protesi (Figura 1). I problemi da affrontare erano principalmente due: il costo elevato di una protesi ufficiale (superiore ai 5 mila euro) e l’ingente numero di mutilati che la guerra sta provocando. È importante sottolineare che esiste un tempo – di tre mesi circa – entro il quale una persona amputata deve necessariamente tornare a camminare per evitare l’atrofizzazione dei muscoli e per gestire al meglio la componente mentale e psicologica.

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Figura 1. L’Ingegnere Fracassi con il prototipo LETIZIA

Abbiamo inventato LETIZIA e attribuito tale al progetto sia per il significato della parola stessa che per la prima ragazza senza un arto che ci ha aiutato a testarla. LETIZIA consente ad un ortopedico di poter unire una serie di elementi tecnici semplici, forniti da ISINNOVA, per comporre una gamba e personalizzarla in base al paziente. Sono quindi stati considerati altezza, dimensione della coscia, livello di amputazione, rigidità e geometria del moncone. La forza di LETIZIA sta nella semplicità di montaggio e nella capacità di adattamento.

ISINNOVA non è nuova a questo tipo di sfide.

Quali tecnologie vi sono alle spalle del progetto e quali sono i principali materiali impiegati?

Per la realizzazione di LETIZIA ci siamo fatti affiancare dal Centro Ortopedico Sanitaria Bresciana con tutte le competenze mediche necessarie per affrontare un progetto di questo tipo. ISINNOVA ha messo in campo le sue conoscenze ingegneristiche e in termini di materiali. La resistenza strutturale è affidata all’alluminio, la geometria e l’estetica alla plastica riciclata e biodegradabile stampata in 3D e la resistenza all’usura è invece deputata al poliuretano (Figura 2). Per l’aggancio alla coscia vengono adoperate delle cinghie recuperate da tutori che solitamente si usano in seguito ad operazioni al ginocchio.

Tre tipologie di prototipo Letizia
Figura 2. Tre diverse tipologie di prototipo.

Parlando di costi e fattibilità di esecuzione, come si costituiscono i prototipi di LETIZIA?

Ne avete già testati alcuni campioni?

LETIZIA è alla settima versione di prototipo – quasi mai ci capita di avere il primo prototipo funzionante alla perfezione. Inizialmente abbiamo riscontrato problemi con il piede in carbonio stampato 3D, poiché non ha retto al carico, mentre il secondo prototipo aveva il ginocchio troppo debole, e così via. Provandoli prima internamente, poi grazie a Letizia Bonomi e a Davide Piovani, titolare del centro ortopedico, abbiamo di volta in volta migliorato il prototipo fino alla settima versione (Figura 3). Essendo un progetto open source, ovvero non protetto da copyright e condiviso in rete, sul nostro sito è possibile scaricare il file e utilizzarlo – e perchè no, perfezionarlo – gratuitamente. Ad oggi abbiamo prodotto più di 100 prototipi di LETIZIA, già spediti a Vinnycja in Ucraina, dove i primi volontari li proveranno e ci forniranno eventuali modifiche e osservazioni per un miglioramento più accurato e mirato. Il costo per un prototipo si aggira intorno ai 500 €. Attualmente forniamo tutti i componenti smontati, per permettere ad un ortopedico di tagliare a misura ciò di cui ha bisogno, in funzione delle caratteristiche fisiche del paziente. Sarà dunque l’ortopedico ad avere l’ultima parola e a decidere come assemblare la gamba, per una completa personalizzazione.

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Figura 3. Collaudo del prototipo. A sinistra l’ortopedico dott. Davide Piovani e a destra Letizia Bonomi

Quali sono le prospettive di commercializzazione dei supporti LETIZIA?

Avete ricevuto richieste anche da altri fronti, ad esempio collaborazioni fuori dai confini nazionali?

Abbiamo scelto di non dare né una limitazione territoriale né temporale al progetto LETIZIA. Purtroppo non sono solo gli Ucraini a perdere le gambe, ma anche i Russi e i popoli di decine di altri paesi in guerra. LETIZIA vorrebbe arrivare anche a persone amputate chirurgicamente e impossibilitate per motivi economici ad acquistare una protesi su misura. Abbiamo ricevuto richieste per la Siria, per l’Afghanistan e per la Costa d’Avorio.

Sulla base dell’esperienza acquisita con questo progetto, quali saranno i prossimi sviluppi nel campo delle protesi che vi proponete di affrontare come azienda?

Come azienda era la prima volta che affrontavamo il tema della progettazione di arti artificiali ed è per noi un mondo che si sta aprendo solo ora. L’idea è di continuare a migliorare il progetto LETIZIA pensando in futuro anche a nuovi componenti, come ad esempio ginocchia snodate e complesse – con un occhio di riguardo sempre ai costi contenuti. Studieremo materiali migliori e ottimizzeremo la nostra soluzione per provare a certificarla, così da poterla poi vendere non solamente in situazioni di emergenza, ma anche in condizioni normali. Potremmo poi valutare anche di muoverci sugli arti superiori, ovvero le braccia, anche se in questo settore ci sono già online diversi progetti di sviluppo di braccia stampate in 3D e quindi forse le soluzioni già esistono.

Grazie mille Cristian per la disponibilità e per l’impegno nei casi di emergenza umanitaria!

Fonti e approfondimenti
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Informazioni autore

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Vanessa Palmieri

Sono laureata in Ingegneria Clinica e attualmente studentessa magistrale in Ingegneria Biomedica presso La Sapienza. Mi affascina il mondo dell'Intelligenza Artificiale, delle Neuroscienze e dell'Astronomia.

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