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Diagnostica Terapia e Chirurgia

L’antibiotico-resistenza: una pandemia silenziosa che minaccia la salute globale 

batteri virus al microscopio
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Scritto da Martina Alberici

Riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una delle più grandi sfide dei prossimi anni, l’antibiotico resistenza rischia di compromettere decenni di progressi in campo medico. Questo fenomeno, per cui batteri, virus e agenti patogeni non rispondono più ai farmaci, ha già causato più di un milione di morti e si prevede che il numero possa aumentare drasticamente entro il 2050. Questa crisi non coinvolge solamente la salute umana: i settori agroalimentare, animale e ambientale ne sono fortemente minacciati. Si tratta quindi di una sfida che non possiamo perdere.

Cos’è l’antibiotico resistenza: quando la cura diventa il problema

Il termine antibiotico resistenza (in inglese antimicrobial resistance, AMR) descrive il fenomeno per cui batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più ai farmaci che vengono impiegati per trattarli. Questo non solo rende le cure inefficaci, ma favorisce il diffondersi di infezioni anche mortali.

Come dichiarato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS:

Per tutto il secolo trascorso – da quando Alexander Fleming identificò una penicillina in un laboratorio di Londra – gli antibiotici sono diventati il fondamento della medicina, trasformando infezioni un tempo mortali in condizioni curabili e trattabili. L’antibiotico resistenza minaccia di annullare questo progresso, rendendolo senza dubbio una delle sfide sanitarie più urgenti del nostro tempo.

Così Dr. Tedros riassume la crisi che ci dobbiamo preparare ad affrontare.

Come avviene questo fenomeno, e perché è così preoccupante?

L’antibiotico resistenza non è altro che il processo naturale di adattamento degli agenti patogeni ai farmaci impiegati per debellarli (Figura 1). Infatti, la continua esposizione a questi trattamenti, migliora la loro capacità di mutare il proprio materiale genetico in modo da renderlo, appunto, più resistente. Tale adattamento, però, è sostenuto dall’utilizzo non corretto o indiscriminato degli antibiotici.

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Figura 1. Meccanismo di azione dell’antibiotico resistenza. Credits: European Council

I rischi per la salute globale

In molti paesi, come Cina o Brasile, si tende a sottoporre gli animali sani da allevamento a trattamenti medici intensivi, una strategia attuata per ottenere il guadagno più alto possibile dagli allevamenti. L’impatto ambientale, l’alterazione della biodiversità e la diffusione delle malattie – soprattutto nei paesi con scarso accesso all’acqua potabile e alle cure sanitarie – sono solo alcuni dei rischi per la salute globale derivanti da tali attività.

L’antibiotico-resistenza colpisce tutti i paesi e tutte le condizioni sociali, con maggiore impatto nei paesi a basso e medio reddito. La World Bank ha stimato che i costi delle cure sanitarie per trattare il problema potrebbero aumentare di 1000 miliardi di dollari entro il 2050, con conseguente incremento della povertà.  

I numeri della realtà attuale  

Uno studio del progetto Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) – nato da una collaborazione tra Oxford University e IHME (Institute for Health Metrics and Evaluation) descrive la situazione presente e l’imminente futuro che ci aspetta, allo scopo di diffondere consapevolezza sul problema, favorirne il monitoraggio e soprattutto promuovere azioni che lo contrastino.  

Per la sua ricerca statistica, il gruppo ha considerato 22 patogeni, 84 combinazioni di farmaci e 11 tipologie di infezioni in 204 paesi, tra il 1990 ed il 2021.

Dallo studio è emerso che il numero di morti attribuibili all’antibiotico resistenza è aumentato continuamente dal 1990 al 2021, notando però una leggera diminuzione nel corso della pandemia da Covid19, riconducibile all’uso di dispositivi di protezione, alla maggior attenzione all’igiene e al distanziamento sociale.   

Un dato interessante è che gli andamenti sono fortemente dipendenti dall’età, dato che le morti si sono dimezzate per i bambini sotto i 5 anni ma sono invece aumentate di oltre l’80% per gli adulti di più di 70 anni (Figura 2).

grafico morti antibiotico resistenza 2021
Figura 2. Numero di morti attribuibili e associate alla resistenza antibiotica al variare dell’età tra il 1990 e il 2021. Credits: The Lancet

Nel primo caso la diminuzione è attribuibile ad un’intensificazione dei programmi di vaccinazione e ad un migliore accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico sanitari (riassumibili con l’acronimo WASH) nei paesi in via di sviluppo. Questa evidenza è anche prova del fatto che la prevenzione gioca un ruolo fondamentale, perché limitando le infezioni si riduce conseguentemente anche il numero di persone che devono utilizzare antibiotici per curarsi e quindi la capacità dei patogeni di adattarsi. Sempre relativo alla mortalità infantile, è da sottolineare che, sebbene l’andamento sia positivo, è anche vero che i bambini che sviluppano sepsi associata a batteri antibiotico-resistenti si trovano ad affrontare una condizione molto più complessa da superare e in questi casi il rischio di decesso è elevato. L’aumento della mortalità negli adulti si spiega invece con il fatto che i trattamenti farmacologici perdano di efficacia con il tempo, gli effetti collaterali tendano ad aggravarsi con l’età e si è maggiormente propensi a contrarre infezioni. Infine, va menzionato l’aumento delle età media, causa diretta del comportamento statistico descritto.  

Che cosa dobbiamo aspettarci in futuro? 

Quindi, lo studio nato dal Gram Project si è spinto oltre e ha elaborato una previsione di come l’antibiotico resistenza impatterà le nostre vite nei prossimi anni: i dati non sono rassicuranti e sottolineano la necessità di prendere delle azioni immediate. In particolare, si prevede un aumento del 69.6% nelle morti tra il 2022 e il 2050, arrivando in totale a circa 39.2 milioni di decessi.  

Anche in questo caso si riscontrano delle differenze legate all’età dei pazienti: la mortalità, infatti, si ridurrà nei bambini sotto i 5 anni (soprattutto nelle regioni dell’Africa sub-sahariana e del Sud Asia) se si continua con il programma attuale di prevenzione, mentre incrementerà (addirittura del 146%) negli adulti con più di 70 anni in tutte le regioni del mondo (Figura 3).

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Figura 3. Numero di morti attribuibili all’antibiotico resistenza, divise per gruppi di età e area geografica nello scenario tra il 2022 e il 2050. Le unità sono in milioni. Credits: The Lancet

Ancora una volta, questo è in linea con l’aumento dell’età media della popolazione globale, a cui si lega in particolare l’aumento delle comorbidità associate a complicanze infettive, diabete, obesità o altre patologie. Questa previsione è decisiva per stabilire quali interventi adottare fin da oggi per proteggere la popolazione fragile, affrontando le sfide che interessano questa categoria.

Dal punto di vista geografico, l’impatto maggiore colpirà le regioni dell’Asia, dell’Oceania e dell’Africa subsahariana, che oggi soffre il maggior tasso di mortalità, complici le complicate condizioni di vita.

Per approfondire: rappresentazione geografica dei risultati

Una collaborazione globale per vincere la sfida

Data la complessità del tema, è necessario adottare fin da ora misure specifiche e intersettoriali: dal sistema sanitario all’industria agroalimentare, dagli allevamenti di animali fino al settore ambientale. Questo approccio a quattro elementi si è tradotto nell’Organizzazione Cooperativa One Health, fondata nel 2022 da parte del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente UNEP, dall’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura FAO, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’organizzazione mondiale per la salute animale WOAH (Figura 5).

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Figura 5. Logo di One Health, che rappresenta i principali settori coinvolti nel piano di prevenzione dell’antibiotico resistenza: sanitario, ambientale, agroalimentare. Credits: One Health

Il piano congiunto prevede diverse azioni tra cui quella di rafforzare gli attuali sistemi sanitari e migliorare il sistema di monitoraggio dei rischi, allo scopo di limitare gli effetti di pandemie ed epidemie. Nello stesso anno, 170 paesi hanno firmato un Piano Nazionale di Azione contro la resistenza antibiotica (National Action Plan, NAP), impegnandosi a implementare azioni politiche specifiche. Dal punto di vista finanziario, infine, è stato istituito il Fondo AMR multi-partner per sostenere gli stati nello sviluppo e applicazione del loro piano nazionale. 

Tra le iniziative in atto delle organizzazioni citate, meritano particolare attenzione gli incontri definiti di alto livello, dove prendono parte rappresentanti degli stati membri, di organizzazioni non governative (civili, sociali e accademiche), direttori e amministratori di società private, ma anche pazienti che hanno vissuto in prima persona gli effetti dell’antibiotico resistenza, con l’obiettivo di stabilire obiettivi e promesse a livello globale: il più recente ha avuto luogo proprio il 26 settembre 2024.

Anche in questo caso sono state avanzate proposte per ognuno dei settori coinvolti. Per la salute umana l’obiettivo è che almeno il 70% degli antibiotici somministrati sia approvato dall’OMS per limitare gli effetti collaterali, essendo questi ampiamente validati. Negli ambiti agricolo e animale, si ridurrà l’uso indiscriminato di antibiotici, sfruttando misure alternative che prevengano le infezioni (come vaccinazioni animali, buone pratiche di coltura e allevamento, biosicurezza ed igiene). Per la questione ambientale, si deve evitare il rilascio di agenti patogeni per inquinamento e si richiedono delle analisi più approfondite per valutarne il legame con la nostra salute. Anche i rappresentanti di governo si sono impegnati a firmare una dichiarazione ambiziosa che mira alla riduzione del 10% delle morti per antibiotico resistenza ogni anno, e all’aumento dei fondi affinché almeno il 60% dei paesi abbia dei piani sanitari ben definiti.  

Per approfondire: discorso di apertura dell’Assemblea di Alto Livello del 26 settembre 2024

Conclusioni e sviluppi futuri 

I prossimi passi vedranno una revisione del piano globale di azione nel 2026 secondo l’approccio One Health, e del piano di monitoraggio per il raggiungimento degli obiettivi descritti entro il 2030. Infine, la campagna “AMR is invisible. I am not”, promossa dall’OMS, invita tutti noi a porre attenzione al problema, mostrando esperienze reali di pazienti sopravvissuti (Video 2). Coinvolgendo il maggior numero di persone, sarà davvero possibile arrestare gli effetti di questo male silenzioso, ma devastante.

Video 2. “AMR is invisible. I am not”. Il fenomeno dell’antibiotico resistenza, raccontato dai “survivor”. Credits: WHO – Youtube Channel

Fonti e approfondimenti:
  • OMS – Antimicrobial Resistance
  • The Lancet – Global burden of bacterial antimicrobial resistance 1990–2021: a systematic analysis with forecasts to 2050
  • UNEP – Antimicrobial resistance, a global threat
  • OMS – World leaders commit to decisive action on antimicrobial resistance
  • Wired – A causa dell’antibiotico-resistenza si rischiano 39 milioni di morti nei prossimi venticinque anni

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Informazioni autore

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Martina Alberici

Neo-laureata magistrale al Politecnico di Milano in Ingegneria biomedica, mi sono trasferita in Francia per lavorare un'azienda farmaceutica. Mi affascina scoprire come tecnologia e innovazione possano trasformare la medicina e la vita delle persone.

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