Il suo nome è GlioCad, un software tutto italiano sviluppato dalla start-up ADAM (Advanced Data Analyzed in Medicine), nato dalla collaborazione tra l’Università del Salento e l’Università San Raffaele di Milano. E’ stato selezionato, tra le oltre 400 domande inoltrate, come uno tra i 56 progetti finalisti alla 18° edizione del Forum Europeo Innovact tenuto il 1 e 2 Aprile a Reims, Francia.
Lo scopo di GlioCad consiste nella localizzazione, segmentazione e misura volumetrica dei tumori cerebrali sviluppati in immagini di diagnostica medica ed è stato testato sui gliomi, le forme più primitive e comuni di tumore al cervello, in immagini di risonanza magnetica.
“L’idea di business – racconta Giorgio De Nunzio, cofondatore di ADAM – nasce dalla nostra esperienza di ricerca scientifica e da una lunga e attenta osservazione del mercato dell’imaging biomedicale oncologico sia in Italia che all’estero. La diagnosi precoce, l’ottimizzazione degli interventi terapeutici e un attento follow-up possono diminuire la mortalità dovuta alle patologie tumorali“.
GlioCad è inoltre facilissimo da usare. L’utente (medico radiologo o radioterapista) non deve far altro che visualizzare l’immagine del paziente di cui desidera contornare il tumore, inviarla al server di GlioCAD e, dopo un tempo compatibile con la pratica clinica, riceve la segmentazione automatica sulla quale può effettuare misure, comparando i risultati con le immagini precedentemente analizzate.
Grazie alla sua funzione GlioCad offre un supporto prezioso al lavoro svolto dallo specialista permettendogli di :
- Processare le immagini con maggiore rapidità
- Ottenere automaticamente la volumetria della lesione
- Confrontare punto per punto il tessuto cerebrale pre e post trattamento, permettendogli di misurare con maggiore accuratezza il ricompattamento delle fibre e verificare in tal modo l’andamento della terapia.
Allo stesso modo è anche il paziente a beneficiare di tale strumento, in quanto:
- Può fruire di una maggiore sensibilità rispetto all’andamento della terapia
- Diminuisce l’attesa del referto
- Riduce il rischio di necrosi in aree sane in quanto, potendo godere di una maggiore definizione, si va a concentrare le dosi nelle sole aree malate
L’ennesima eccellenza italiana, dunque, nel campo della Bioingegneria, settore nel quale l’Italia produce moltissimi brevetti e investe da anni. Quest’anno Assobiomedica ha censito oltre 214 startup, solo nell’ambito dei dispositivi medici. I due terzi derivano dalla ricerca pubblica.
”Oggi, in Italia, il venture capital deve puntare sulle scienze della vita. Se funziona si guadagna anche venti volte l’investimento” – P. Paracchi
A sottolineare la crescita esponenziale di tale branca è Pierluigi Paracchi, fondatore e CEO di Medixea Capital, fondo di investimenti impegnato in azioni su biotech, farmaceutica e dispositivi medici.