L’amore è uno dei sentimenti più profondi e complessi dell’esperienza umana. E’ capace di influenzare la formazione e il mantenimento dei legami di coppia, i rapporti tra genitori e figli, le relazioni interpersonali e persino la natura. Tuttavia, si conosce ancora poco sui meccanismi neurali alla base delle diverse forme d’amore, al di là dell’amore romantico e materno. In un recente studio è stata indagata l’attivazione cerebrale associata a sei tipi diversi di amore, tra cui amore per i figli o per gli amici, per gli animali domestici e per la natura. Tutto ciò tramite la risonanza magnetica funzionale, analizzando la risposta cerebrale all’amore al fine di localizzare l’attivazione di regioni cerebrali specifiche.
Cuore e cervello: il binomio dell’amore
La connessione tra cuore e cervello, spesso considerata in termini poetici o simbolici, ha in realtà solide basi scientifiche. L’amore, nelle sue molteplici forme, è regolato da complessi meccanismi cerebrali che coinvolgono specifiche aree del cervello.
Una delle regioni centrali coinvolte è il sistema di ricompensa, che include strutture come il nucleo accumbens, l’area tegmentale ventrale e lo striato ventrale. Queste aree sono cruciali per la sensazione di piacere e gratificazione e si attivano quando sperimentiamo emozioni piacevoli, proprio come l’amore. Il nucleo accumbens, ad esempio, è noto per il suo ruolo nel rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla motivazione. L’area tegmentale ventrale, una struttura situata nel tronco encefalico, è un’altra fonte di dopamina e ha un ruolo essenziale nell’incentivare comportamenti come il desiderio di vicinanza e intimità.
L’amore coinvolge anche le aree cerebrali responsabili della cognizione sociale, che permettono di comprendere e interpretare le emozioni e le intenzioni degli altri. La corteccia prefrontale mediale è coinvolta nell’elaborazione delle emozioni e nella regolazione del comportamento sociale. Essa ci aiuta a formulare giudizi su noi stessi e sugli altri, e a riconoscere i segnali emotivi nel contesto delle relazioni affettive. La giunzione temporoparietale, invece, è situata al confine tra il lobo parietale e temporale, ed è fondamentale per la capacità di comprendere le prospettive altrui.
Anche il precuneo e la corteccia cingolata posteriore svolgono un ruolo nell’elaborazione delle esperienze affettive, essendo coinvolte nella gratificazione emotiva e nell’empatia.
Cos’è e come funziona l’fMRI
La risonanza magnetica funzionale (fMRI) è una tecnica avanzata di imaging utilizzata per studiare l’attività cerebrale in tempo reale.
A differenza delle tecniche tradizionali di imaging strutturale che forniscono immagini statiche del cervello, l’fMRI misura i cambiamenti nel flusso sanguigno, rivelando quali aree del cervello si attivano durante l’esecuzione di un determinato task o in particolari stati emozionali.
Quando un’area del cervello si attiva, necessita di un maggior apporto di ossigeno che viene fornito attraverso l’aumento del flusso sanguigno. Questo cambiamento può essere rilevato dall’fMRI grazie al segnale BOLD (Blood Oxygenation Level Dependent), che varia in base alla quantità di ossigeno nel sangue. Viene solitamente impiegato uno scanner fMRI (Figura 1) con una potenza magnetica compresa tra 1.5 e 3 Tesla. La sequenza di immagini acquisita è spesso basata sulla tecnica Echo Planar Imaging, che permette di catturare immagini dinamiche dell’intero cervello in tempi brevi.

Oltre alla misurazione delle singole aree cerebrali, l’fMRI consente di analizzare l’interazione tra diverse regioni, evidenziando come il cervello lavori in modo sinergico durante l’esperienza affettiva. L’analisi dei dati, in particolare, avviene tramite software di elaborazione, come SPM (Statistical Parametric Mapping), in grado di confrontare l’attività cerebrale associata ad ogni forma di amore con uno stato di baseline neutro. Questo processo genera mappe di attivazione cerebrale che evidenziano quali aree si attivano durante ogni specifico stato emotivo. In un recente studio pioneristico, l’fMRI è stata utilizzata per analizzare in modo dettagliato le aree del cervello coinvolte in ogni specifica forma di amore.
Lo studio
Lo studio è stato eseguito su 55 partecipanti adulti di età compresa tra 28 e 53 anni. La maggior parte dei partecipanti aveva almeno un figlio e si trovava in una relazione di coppia stabile. Inoltre, 27 di essi erano proprietari di animali domestici. La selezione di questo campione è stata effettuata per ottenere un gruppo di soggetti con esperienze diversificate nelle relazioni affettive, dalle più intime (partner e figli) a quelle più distanti (sconosciuti e animali).
Ai partecipanti è stato chiesto di riflettere su cosa significasse per loro il concetto di amore rispetto a sei diverse categorie: amore romantico, amore per i figli, amore per gli amici, per gli sconosciuti, per gli animali domestici e per la natura. Durante la scansione fMRI, i partecipanti hanno ascoltato brevi narrazioni con l’obiettivo di stimolare emozioni specifiche, seguite da un periodo di immaginazione in cui immedesimarsi nelle situazioni descritte. Per evitare che le emozioni suscitate da una narrazione influenzassero le risposte alle successive, le narrazioni erano intervallate da periodi in cui ai soggetti veniva chiesto di svuotare la mente dalle emozioni precedenti.
Ad ogni tipo di amore erano associate sei storie diverse, per un totale di 36 narrazioni, oltre a sei narrazioni neutre di controllo. L’obiettivo era esplorare come il cervello rispondesse a ciascuna di queste categorie di amore e confrontare le attivazioni cerebrali durante l’ascolto delle narrazioni e il successivo periodo di immaginazione.
Inoltre, ai partecipanti è stato chiesto di valutare quanto facilmente riuscivano a immedesimarsi nelle storie e quanto intensamente provavano amore verso il mondo in generale, sia prima che dopo la scansione. Questi dati comportamentali hanno contribuito a correlare l’attività cerebrale con le esperienze soggettive dei partecipanti, fornendo una visione più completa dell’esperienza emotiva.
Risultati
Lo studio ha mostrato come diverse forme di amore attivino specifiche aree del cervello, con alcune sovrapposizioni, in particolare nelle regioni legate alla ricompensa e alla cognizione sociale. Il sistema di ricompensa si è attivato principalmente durante le esperienze di amore romantico e genitoriale, i legami più stretti e intensi (Figura 2).
La corteccia prefrontale mediale è risultata attiva in risposta a tutte le forme di amore, ma con una maggiore intensità per l’amore romantico e genitoriale, evidenziando l’elaborazione emotiva più complessa di questi legami. Per l’amore verso gli amici, le attivazioni si sono concentrate nella giunzione temporoparietale, nel precuneo e nella corteccia cingolata posteriore, sebbene con una minore intensità rispetto ai legami più stretti. L’amore per gli sconosciuti ha mostrato attivazioni più limitate, principalmente nella corteccia orbitofrontale e nel solco temporale superiore posteriore, evidenziando un minore coinvolgimento delle regioni di ricompensa. Per quanto riguarda l’amore per gli animali domestici, i proprietari hanno mostrato attivazioni nel precuneo, nella corteccia cingolata posteriore e nelle aree temporali, simili a quelle osservate per i legami interpersonali, sebbene con minore intensità. L’amore per la natura ha attivato aree legate alla percezione visiva e all’apprezzamento estetico, come il giro fusiforme e il giro paraippocampale, e il precuneo, coinvolto nella gratificazione emotiva.

In sintesi, ogni tipo di amore ha un pattern specifico di attivazione, con i legami più stretti che producono una risposta cerebrale più ampia e intensa.
Lo studio ha mostrato che l’amore per i propri figli genera l’attività cerebrale più intensa, seguito dall’amore per il proprio partner. Queste forme di amore attivano profondamente il sistema di ricompensa del cervello, con una risposta particolarmente forte nell’amore genitoriale.
Bisogna sottolineare che tutte le forme di amore tra esseri umani attivano le stesse aree cerebrali, differenziandosi solo per l’intensità dell’attivazione, con l’amore per gli estranei che risulta meno gratificante e presenta il minore tasso di attivazione cerebrale.
L’amore per la natura ha attivato sia il sistema di ricompensa sia le aree visive, ma non quelle legate alla cognizione sociale. Nei proprietari di animali domestici, l’amore per i propri animali ha attivato le stesse aree cerebrali legate alla socialità, evidenziando una risposta più simile alle relazioni umane che a quella per la natura.
Questi risultati supportano l’idea che l’amore non sia un fenomeno univoco, ma piuttosto una serie di esperienze emotive distinte, ciascuna caratterizzata da un pattern neurale specifico che riflette la qualità e l’intensità del legame affettivo. Abbiamo fornito quindi un quadro più completo dell’attività cerebrale associata ai diversi tipi di amore rispetto alle ricerche precedenti.
- P. Rinne, coautore dello studio e professore presso l’Università di Aalto.
Conclusioni e sviluppi futuri
Questo studio apre la strada a nuove ricerche che potrebbero esplorare ulteriormente come le esperienze affettive siano influenzate da fattori culturali, biologici e personali. Ad esempio, si potrebbe indagare come diversi contesti sociali o età possano modulare l’attività cerebrale associata all’amore, o come eventuali disturbi emotivi e relazionali influenzino le dinamiche neurali dell’affettività. Un’altra direzione promettente potrebbe essere l’utilizzo di tecniche avanzate di neuroimaging per esaminare in modo ancora più preciso l’interazione tra diverse aree cerebrali coinvolte nelle emozioni affettive.
Infine, una possibile applicazione di queste scoperte potrebbe riguardare l’ambito clinico, dove la comprensione dei meccanismi cerebrali dell’amore potrebbe fornire nuove prospettive per il trattamento di disturbi emotivi o relazionali, come la depressione, l’ansia sociale o i disturbi legati all’attaccamento.
Fonti e approfondimenti:
- Independent – Scientists identify six different forms of love by studying how they change our brains
- Cerebral Cortex – Six types of loves differentially recruit reward and social cognition brain areas