Unire riabilitazione motoria e cognitiva, socialità e piacere del gioco in un unico strumento innovativo: è questa la sfida raccolta da Luca Valerio ed Enrico Matteo Messa, fratelli e Ingegneri Biomedici. Dopo oltre due anni di lavoro, hanno realizzato quello che – per quanto noto agli autori – è il primo serious game interamente contenuto in un libro, pensato specificamente per persone con malattia di Parkinson. Un progetto nato dalla loro decennale esperienza sul campo, con l’obiettivo di offrire un supporto pratico e allo stesso tempo piacevole alla complessa gestione della patologia.
Frutto di una lunga esperienza clinica, Play Parkinson è un libro-gioco che propone un percorso riabilitativo unico che unisce storytelling, esercizi motori e cognitivi, socialità e conoscenza scientifica.
Che cos’è un serious game?
Con il termine serious game si indica un gioco progettato con finalità che vanno oltre il semplice intrattenimento. Si tratta di strumenti che sfruttano le dinamiche tipiche del gioco – come le sfide, le regole e il coinvolgimento attivo – per raggiungere obiettivi educativi, riabilitativi o formativi. Nel caso del libro-gioco dedicato alla malattia di Parkinson, il serious game diventa un mezzo per stimolare in modo piacevole e motivante le abilità motorie e cognitive delle persone, favorendo al tempo stesso momenti di socialità e condivisione con familiari, amici e terapisti. L’aspetto ludico non è fine a sé stesso: è pensato per rafforzare l’aderenza alla terapia, rendendo gli esercizi più accattivanti e integrandoli in un’esperienza che diverte, informa e riabilita allo stesso tempo.
Play Parkinson, dedicato alla malattia di Parkinson, rappresenta un esempio innovativo di serious game: unisce esercizi motori e cognitivi a storie interattive e a un gioco da tavolo cooperativo, trasformando la riabilitazione in un’esperienza piacevole e stimolante. In questo caso, l’aspetto ludico è studiato per rafforzare l’aderenza alla terapia, migliorare le abilità coinvolte nella gestione quotidiana della patologia e favorire momenti di condivisione tra persone con Parkinson, familiari, amici e terapisti.
Il risultato è un gioco che diverte, informa e supporta il recupero funzionale, pur mantenendo il rigore scientifico alla base delle sue scelte progettuali.
Da dove nasce l’idea di Play Parkinson
Il libro-gioco per la riabilitazione delle persone con malattia di Parkinson nasce dall’esperienza di MuSclE – Medical & Sport Engineering Srl, fondata in Toscana nel 2022 dagli ingegneri biomedici Luca Valerio Messa ed Enrico Matteo Messa (Figura 1).
La loro passione per la biomeccanica funzionale, le scienze mediche e lo sport li ha portati già dal 2008 a ideare soluzioni innovative per il benessere fisico. Tra queste, il dispositivo Angel’s Wings©, brevettato nel 2013, sviluppato attraverso anni di sperimentazione e validazione scientifica.
Lo stesso spirito di innovazione e rigore ha ispirato la creazione del loro primo libro, L’Atleta Parkinsoniano – uscito già in seconda edizione, ampliata nei concetti ed estesa nel numero di capitoli nel 2024 con il titolo “L’Atleta Parkinsoniano – Oltre i Limiti” – e oggi Play Parkinson, il loro libro-gioco: un serious game che unisce riabilitazione, stimoli cognitivi e socialità in un’esperienza nuova e coinvolgente per le persone con Parkinson.

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Abbiamo parlato sia di Angel’s Wings che de L’Atelta Parkinsoniano nei seguenti articoli:
Parkinson: esiste una macchina che ne allevia i sintomi
Vita da atleti con il Parkinson: il ruolo quotidiano della biomeccanica funzionale
Come funziona il serious game Play Parkinson
PlayParkinson si compone di due parti principali:
- Una sezione dedicata all’esperienza in solitaria;
- Una seconda parte dedicata al gioco cooperativo da tavolo (progettato per 2-6 giocatori).

Il gioco è strutturato per incentivare il movimento salutare e allo scopo di migliorare la motricità, ma la scelta di eseguire gli esercizi descritti e suggeriti resta ai giocatori.
Un aspetto interessante riguarda la scelta progettuale legata alla gestione del gioco: inizialmente era prevista la presenza di veri mazzi di carte, suddivisi per tipologia (e.g., Personaggi, Doti, Carte esercizio ecc.). Tuttavia, gli autori hanno deciso di ristrutturare completamente la meccanica di gioco per un’esperienza integrale: per facilitare l’esperienza ed evitare difficoltà manuali nel mescolare o gestire i mazzi, le carte rimangono “virtuali” all’interno del libro stesso (Figura 2).
Il giocatore sfoglia le pagine e segue istruzioni studiate per fornire ogni volta un’esperienza diversa, ma sempre semplice e accessibile. In questo modo, il gioco mantiene la sua componente ludica e si presta a essere rigiocato all’infinito, come ogni tradizionale gioco da tavolo, pur restando strettamente codificato sulla malattia di Parkinson.
L’esperienza in solitaria
Per giocare con le storie a bivi, si tira il dado e si inizia con la storia corrispondente al numero uscito.
Questa sezione del libro propone quindi storie a bivi articolate in scenari e ambientazioni molto diverse tra loro. Ogni storia stimola abilità motorie e cognitive attraverso strategie mirate e storytelling coinvolgente. Nell’estratto fornito dagli autori, ad esempio, è presente una storia completa e l’inizio di un’altra, a testimonianza della varietà delle situazioni proposte.
In base alla storia corrispondente e i successivi tiri col dado, si presentano situazioni, domande o esercizi da ripetere – corredati da istruzioni – per portare a termine la sfida. Si scopriranno quindi suggerimenti per il benessere e piccoli accorgimenti che possono aiutare nella vita di tutti i giorni.

Un’azione quotidiana, come ad esempio una telefonata al fisioterapista, viene trasformata in una piccola sfida in cui ogni scelta successiva può portare, ad esempio, a un incontro inaspettato, un consiglio utile o un’attività motoria da svolgere senza che sembri un esercizio (Figura 3).
Ogni sfida è strutturata per incentivare il movimento salutare e allo scopo di migliorare la motricità (Figura 4). La scelta finale di eseguire gli esercizi descritti e suggeriti resta però ai giocatori, al loro stato d’animo e al benessere fisico durante il momento di gioco. Se il giocatore volesse infatti optare per esercizi cognitivi piuttosto che fisici, il serious game prevede anche tale opzioni.

Gioco cooperativo
Con il lancio di un dado e seguendo le semplici regole indicate, i giocatori potranno affrontare situazioni divertenti, imprevisti, sfide motorie e momenti di collaborazione.
In questo scenario, almeno uno dei partecipanti è una persona con malattia di Parkinson, ma il gioco è pensato come momento di incontro e condivisione con familiari, amici, caregiver e terapisti. Questa modalità prevede personaggi, carte “doti dei personaggi”, carte esercizio (sia motorie che cognitive), opportunità e imprevisti che rendono ogni partita unica (Figura 5).



Il progetto Play Parkinson è pensato per essere riabilitativo ma leggero, con l’obiettivo di rendere la terapia un momento di piacere e di socialità. Allo stesso tempo integra contenuti informativi e curiosità sulla malattia di Parkinson, spesso difficili da reperire per le persone direttamente interessate e per le loro famiglie. Questo duplice ruolo – strumento ludico e fonte educativa – lo rende appunto un’idea originale e preziosa anche per associazioni, terapisti e caregiver, che possono utilizzarlo come supporto nelle loro attività quotidiane.
Conclusioni e prospettive future
L’iniziativa di Play Parkinson nasce dalla convinzione che la riabilitazione possa – e debba – essere anche un’esperienza piacevole e condivisa, pur senza perdere mai di vista il rigore scientifico.
Il libro-gioco rappresenta senza dubbio un progetto estremamente valido e innovativo, capace di proporre un approccio alla malattia di Parkinson da un punto di vista nuovo: quello ludico, spesso sottovalutato nei percorsi terapeutici. Integrare il gioco nella riabilitazione offre infatti un grande vantaggio: aiuta il paziente a vivere l’esercizio fisico e cognitivo non come un momento faticoso, ma come un’occasione di leggerezza, allegria e spensieratezza.
Un aspetto che potrebbe ulteriormente arricchire il progetto è l’attenzione alla dimensione narrativa: storie e avventure che, attraverso la fantasia, permettano alla persona di non sentirsi identificata solo come “malato di Parkinson”, ma protagonista di esperienze nuove e coinvolgenti. Ciò potrebbe portare benefici non solo fisici, ma anche emotivi, soprattutto grazie al coinvolgimento di familiari, amici o terapisti in un gioco condiviso. La struttura meccanica del libro-gioco appare solida e ben studiata per rispondere alle esigenze specifiche dei pazienti. Un’evoluzione interessante potrebbe essere la collaborazione con autori esperti di giochi da tavolo per ampliare il repertorio di storie, bivi e situazioni, rendendo il prodotto ancora più stimolante e accessibile a un pubblico più ampio.
Fonti e approfondimenti
- MuSclE – Medical & Sport Engineering
- Corriere di Siena – La lotta al Parkinson mette le ali: il macchinario dei fratelli Messa contribuisce a migliorare la mobilità nei pazienti colpiti dalla malattia
- LinkedIn – MuSclE – Medical & Sport Engineering. Bioengineering applied to Sport, Exercise and Health. Become the best version of You!
- Amazon.it – Play Parkinson: Gioca, Muoviti, Vivi meglio!: Il primo libro-gioco dedicato a chi convive con il Parkinson e a chi lo accompagna con amore, movimento e un pizzico di avventura
- Amazon.it – L’Atleta Parkinsoniano: Oltre i Limiti: Pensieri, idee e consigli pratici sul concetto di “biomeccanica funzionale” nella malattia di Parkinson