Nel 2015, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha promosso investimenti in ricerca per oltre 200 milioni di dollari, lanciando la “Precision Medicine Iniziative”. Percorsi clinici e terapeutici super personalizzati con l’obiettivo di migliorare la cura del cancro e del diabete.
Oggi, la tendenza è andare sempre più verso una “medicina di precisione”, adattata alla singola patologia e al singolo paziente.
Negli ultimi decenni si sono sviluppate tecniche chirurgiche mini-invasive per trattare patologie vascolari ed extra-vascolari attraverso la guida di metodiche radiologiche che consentono di raggiungere il bersaglio in modo “preciso”: tomografia computerizzata (TC), angiografia, risonanza magnetica nucleare ed ecografia sono diventati non solo uno strumento di diagnosi ma delle guide radiologiche per colpire esattamente i confini di una massa tumorale e distruggerla tramite sistemi di ablazione evoluti.
Gli autori di una recente review pubblicata su American Journal of Roentgenology dal titolo “Percutaneous Thermal Ablation of Spinal Metastases: Recent Advances and Review” hanno messo in luce i progressi ottenuti nel trattamento delle metastasi vertebrali per via percutanea.
Si stima che il 60-70% dei pazienti con tumore primario sviluppa una o più metastasi localizzate a livello vertebrale. Tali lesioni inducono un indebolimento dei corpi vertebrali causando una lombalgia spesso invalidante.
Quando la metastasi è localizzata nei confini del corpo vertebrale, le tecniche di ablazione percutanea sono in grado di eradicare la massa tumorale. Un elettrodo di piccole dimensioni, sotto guida radiologica, è indirizzato verso il bersaglio per colpire le cellule metastatiche. L’intervento è eseguibile in anestesia locale e in regime di day-surgery.
I trattamenti convenzionali come chemioterapia, radioterapia e la chirurgia vertebrale “open” sono i “gold standards“ non sempre applicabili nel trattamento delle metastasi vertebrali. Negli ultimi anni, sono state sviluppate diverse tecniche di ablazione percutanea che sfruttano una fonte di energia calda (radiofrequenza e microonde) o fredda (crioablazione) per il trattamento mini-invasivo delle metastasi vertebrali. Tali metodiche hanno peculiarità specifiche e si applicano, in casi selezionati, dopo un’attenta valutazione della localizzazione e caratterizzazione della metastasi.
Come descrivono gli autori dell’articolo, oggi è disponibile un’innovativa tecnologia che sfrutta l’energia di un generatore a radiofrequenza bi-polare: attraverso un’incisione della cute inferiore al centimetro e sotto guida radiologica, si introduce l’elettrodo a radiofrequenza fino a colpire la metastasi. Tale elettrodo, estendibile e curvabile dall’esterno, raggiunge lesioni posizionate in aree del corpo vertebrale difficilmente “aggredibili” con aghi retti (ad esempio masse posizionate a ridosso del canale lombare). La guida radiologica consente di identificare il bersaglio e “misurarlo” in modo da indurre la necrosi “precisa” del tessuto tumorale.
Il sistema monitora la temperatura generata dall’energia a radiofrequenza, grazie a due termocoppie integrate nell’elettrodo che misurano l’eventuale innalzamento del calore nei pressi delle strutture nervose adiacenti alla lesione metastatica. Inoltre, misura l’impedenza del tessuto che fornisce una indicazione sullo stato di ablazione della metastasi. Successivamente, tramite la stessa cannula posizionata per via percutanea, viene iniettato cemento osseo (PMMA polimetilmetacrilato) per consolidare e stabilizzare il corpo vertebrale (vertebroplastica).
Siamo in una fase ancora iniziale ma il trend va sempre più nella promettente direzione tracciata dal Presidente degli Stati Uniti d’America. Il progresso tecnologico consente all’interventistica vertebrale (e non solo) di curare in modo mini-invasivo e “preciso” le metastasi vertebrali, raggiungendo i bersagli target grazie all’utilizzo combinato di metodiche radiologiche e dispositivi medici di nuova generazione.