“Prevenire è meglio che curare”
Questo sistema è in grado di diagnosticare anticipatamente ben tre malattie di natura oculare: retinopatia diabetica, glaucoma e la degenerazione maculare legata all’età. Esse sono tutte cause di possibile ipovisione o cecità i cui sintomi non sono di facile individuazione. Vediamole nel dettaglio:Retinopatia Diabetica
È una grave complicanza del diabete mellito sia di tipo 1 che di tipo 2; in quest’ultimo caso rappresenta l’avvento della patologia stessa, quindi la diagnosi rappresenta una parte fondamentale per intervenire in merito. Colpisce la retina ed è causa d’ipovisione e di cecità. Questi danni associati al diabete sono generalmente evitabili con una corretta prevenzione, cioè controllando periodicamente il livello della glicemia in base al grado dello scompenso: non è quindi solo il valore assoluto della glicemia in sé a influire ma soprattutto le sue variazioni quotidiane. Dunque la causa principale è la presenza di un diabete mal controllato che, nel tempo, porta allo sviluppo di alterazioni dei piccoli vasi sanguigni fino a creare dei veri e propri sfiancamenti (detti microaneurismi) e la conseguente trasudazione della parte liquida del sangue (plasma) in prossimità della regione maculare (ovvero il centro della retina). La malattia progredisce lentamente provocando danni da prima reversibili che diventano progressivamente irreversibili. Il problema fondamentale rimane il fatto che questa patologia può presentarsi come un calo progressivo della vista fino all’ipovisione e alla cecità, ma non è sempre così; in molti casi rimane priva di sintomi riscontrabili da parte della persona che ne è potenzialmente affetta, portandola ad essere diagnosticata a stadi ormai avanzati e manifestandosi direttamente come un drastico e improvviso calo dell’acuità visiva.

Glaucoma
Il glaucoma è una malattia oculare data dalla pressione interna dell’occhio troppo elevata; si stima che ne siano affette almeno 55 milioni di persone nel mondo. Essa è la seconda causa di cecità dopo la cataratta. Al contrario di quest’ultima, dove attraverso le operazioni chirurgiche si passa alla diretta risoluzione del problema, il glaucoma è la prima causa irreversibile. In Italia si stima che colpisca circa un milione di persone e analogamente a quanto accade per la retinopatia, è una patologia quiescente: non presenta dunque sintomi oggettivi e senza effettuare visite oculistiche periodiche complete non si riesce ad individuarla. La disabilità visiva provocata si può prevenire sempre, purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente. In condizioni normali all’interno dell’occhio è presente un liquido (umore acqueo) che viene continuamente prodotto e riassorbito; a fronte di una parziale ostruzione dei canali di riassorbimento, si ha un incremento di pressione intraoculare che a lungo andare danneggia il bulbo fino a intaccare la testa del nervo ottico (che si trova nella zona centrale della retina). Il danneggiamento anche lieve di quest’ultimo si può paragonare all’interruzione di corrente di un filo (ovvero le sinapsi neuronali) dei milioni che costituiscono un cavo elettrico, rappresentante il vero e proprio nervo ottico. Ciascuno di essi trasporta le immagini relative a una parte del campo visivo: le trasduzioni di questi segnali bioelettrici vanno a costituire l’immagine nella sua interezza. L’aumento della pressione danneggia irreparabilmente i neuroni adibiti al trasporto del segnale, a partire da quelli responsabili della visione periferica fino a quella centrale. Quindi chi ne è affetto continua a vedere l’oggetto che fissa, ma non si accorge della riduzione progressiva del campo visivo laterale. Le cause del glaucoma sono sia di natura genetico-congenita che derivanti da patologie come il diabete, che causano delle trombosi retiniche nei canali di riassorbimento dell’umore acqueo, responsabili della degradazione visiva.

Degenerazione maculare legata all’età
Dall’espressione “degenerazione maculare”, si comprende che è una malattia retinica che provoca una riduzione della funzionalità della zona centrale della retina (la macula) fino a una perdita della visione centrale. Dal nome si intuisce che uno dei fattori causanti è proprio l’invecchiamento cellulare e la progressiva morte dei fotorecettori presenti sul fondo della retina (cioè i coni e bastoncelli, responsabili della polarizzazione cromatica e messa a fuoco dell’immagine). Risulta così essere un’importante causa d’ipovisione. I sintomi iniziali consistono in una distorsione delle immagini che interessa il centro del campo visivo, difficoltà nella lettura e attività a distanza ravvicinata e perdita della brillantezza dei colori. Non provoca, anche nei casi più gravi, la cecità totale in quanto la visione paracentrale e periferica vengono conservate. Rimane comunque una patologia fortemente invalidante, che può avere anche gravi ripercussioni sul piano psicologico.La complessità dell’AI semplifica le cure
Fortunatamente, l’incidenza dell’ ultima patologia descritta, è rara prima dei 55 anni ma aumenta soprattutto dopo i 75. Contrariamente, nel caso del glaucoma e della retinopatia, le tempistiche con le quali si presentano i sintomi variano a seconda della gravità della malattia che ne è responsabile (come il diabete) e/o dai fattori di rischio del soggetto (le condizioni di vita). Le conseguenze alle quali convergono sono più gravose rispetto alla degenerazione maculare: la diagnosi precoce difficile, i lunghi tempi di disponibilità ed elaborazione delle strumentazioni ospedaliere, non fanno altro che compromettere ulteriormente la salute del paziente e precludere la possibilità agli specialisti di occuparsi tempestivamente della malattia.L’ID-DR sviluppata da Michael Abramoff nasce appunto con l’obiettivo di poter evitare la malattia stessa e non essere un semplice aiuto per un trattamento post- diagnostico; come scritto nella pagina ufficiale dell’azienda: “Nel 1997, il Dr. Michael Abramoff, il fondatore di IDx, lavorava come esperto di oftalmologia in una clinica nei Paesi Bassi. Un giorno, un paziente entrò nella sua stanza d’esame e si presentò come un artista. Mostrò ad Abramoff una pila di schizzi su cui aveva lavorato nella sala d’attesa e si lamentò che la sua vista offuscata cominciava a interferire con il suo disegno. Dopo aver esaminato gli occhi del paziente, Abramoff diagnosticò una retinopatia diabetica grave. La malattia aveva già progredito fino a che la perdita della vista del paziente sarebbe stata permanente. Quando Abramoff chiese perché l’artista non fosse entrato prima, il paziente spiegò di aver chiesto un appuntamento più di un anno prima. Questo era “il più presto possibile” con il quale la clinica riuscì a farlo entrare. Nel suo lungo tragitto dal lavoro a casa, quella notte Abramoff rifletté su quanto tempo avesse trascorso a esaminare i pazienti senza malattie, mentre un uomo che stava diventando cieco doveva aspettare mesi per essere diagnosticato.Frustrato, Abramoff, che aveva una precedente formazione in intelligenza artificiale e sviluppo software, iniziò a cercare modi per automatizzare il processo di screening delle persone con diabete.” Ad oggi la soluzione di screening di retinopatia diabetica automatizzata ideata da Abramoff anni prima ha così ricevuto l’approvazione per l’inserimento nell’ambito clinico-ospedaliero. Come già evidenziato questa AI svolge il ruolo di supervisore, in aiuto agli specialisti di oftalmologia, nell’analisi delle immagini provenienti dalle strumentazioni diagnostiche usate per le patologie citate, diminuendo le tempistiche di intervento in merito. Gli esami strumentali interessati da questa integrazione con l’AI sono in particolare la fluoroangiografia e l’OCT (Tomografia Oculare Computerizzata). Il primo è un esame che consente di visualizzare e fotografare in rapida successione gli aspetti dell’emodinamica oculare retinica e le relative alterazioni tissutali; viene eseguita mediante la somministrazione endovenosa di un colorante (la fluoresceina sodica) la quale permette di evidenziare in maniera specifica le alterazioni della circolazione retinica. Quindi è particolarmente indicata per tutte le vasculopatie e in particolare le retiniti diabetiche.L’OCT invece è una tecnica diagnostica non invasiva che consente la visualizzazione di sezioni trasversali della retina ad alta risoluzione (circa 10 micron) utilizzando per l’acquisizione delle scansioni, un raggio di luce di lunghezza d’onda nel vicino infrarosso (845 nm). Le scansioni acquisite sono successivamente integrate da un computer che le mostra allo specialista con una scala a falsi colori, nei quali i colori più chiari (dal rosso al bianco) corrispondono a zone ad alta riflettività ottica ed i colori più scuri (dal blu al nero) corrispondono a zone a bassa riflettività. Le differenti colorazioni dell’immagine OCT corrispondono alle differenti proprietà ottico-fisiche del tessuto in esame. Consente quindi una dettagliata esplorazione, attraverso riflessioni e rifrazioni dei vari strati attraversati dall’infrarosso, del polo posteriore dell’occhio, analizzando così la morfologia retinica e lo spessore dei collegamenti sinaptici del nervo ottico. L’OCT trova impiego dunque nella diagnosi e nella valutazione in particolare del danno glaucomatoso.Questo è così inefficiente, pensò. Deve esserci un modo migliore.


Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo. (Alan Kay)