Un nuovo strumento di diagnosi in grado di individuare, attraverso delle analisi sul sangue, alcune tra le più comuni forme di cancro con largo anticipo rispetto a quanto possibile con gli strumenti disponibili al giorno d’oggi, troppo tardivi nell’allarmare sullo stato di salute dei pazienti.
Molti esperti definiscono l’avvento dell’elettronica digitale come la terza rivoluzione industriale. In effetti l’onda dello sviluppo tecnologico si è trasformata in un vero e proprio tsunami negli ultimi decenni facendo la fortuna di chi è riuscito a cavalcarla. L’immediata conseguenza di tale evento è stato il progresso in ambito farmaceutico e biomedicale: si è arrivati a sviluppare tecnologie di diagnostica talmente evolute da essere quasi del tutto automatizzate e minimamente invasive, sono bastati pochi mesi per sviluppare vaccini contro la minaccia incombente del virus Ebola.
Nonostante ciò esistono ancora delle patologie che ci colgono quasi del tutto impreparati. Qual è il motivo? Com’è possibile che alla luce di tali scoperte nel campo scientifico si vedono ancora tante persone perdere parenti e amici anche di giovane età a causa di malattie ben note come il tumore?
L’unica risposta che sembra emergere, mettendo da parte le trite e ritrite teorie cospirative sulle multinazionali del settore farmaceutico, individua la causa nel ritardo diagnostico delle patologie tumorali, dovuto alla tarda manifestazione dei sintomi, che avviene solo agli stadi più avanzati, quando le probabilità di sopravvivenza sono già notevolmente ridotte.
Infatti, a parte i controlli periodici alla prostata e al seno avviati dopo una certa soglia di età, la maggior parte delle persone non si sottopongono a controlli preventivi in assenza di sintomi, perché troppo costosi e troppo invasivi se non si hanno precise informazioni sulla presenza e sulla sede del malessere, e, anche in presenza di sintomi, tali controlli spesso risultano essere comunque l’ultima strada da percorrere.
È stata proposta di recente una soluzione al problema: si chiama Miriam ed è uno strumento sviluppato dalla startup Miroculus in grado di diagnosticare molteplici tipi di cancro con una tecnologia semplice, veloce, non invasiva, e low cost.
Principio di funzionamento
L’analisi di Miriam è basata sullo studio delle molecole MicroRNA, la cui presenza nel sangue è stata scoperta solo nel 2008. Le MicroRNA sono delle piccole molecole di RNA presenti nel plasma e nel siero, il cui ruolo primario è quello di regolare l’espressione del nostro materiale genetico.
In una persona affetta dal cancro si riscontra una trasformazione proteica all’interno delle cellule tumorali.
Le proteine, come molti di voi sapranno, sono delle grandi molecole biologiche che svolgono diverse funzioni nel nostro organismo e, prima di essere prodotte, parte del loro codice genetico presente nel DNA è copiato nell’RNA messaggero, che acquisisce precise istruzioni su come costruire una specifica proteina tra le innumerevoli combinazioni possibili. I tempi e i modi di tale costruzione sono dettati proprio dalle molecole di MicroRNA, che variano in concentrazione e tipologia in base alle condizioni interne ed esterne al corpo.
L’analisi di tali molecole può darci allora informazioni sullo stato fisiopatologico del paziente al momento del prelievo e, in particolare, sulla presenza e sulla sede di una determinata patologia genetica, individuabile in funzione delle combinazioni di specifiche molecole di MircroRNA attive.
Miriam
Il compito di Miriam è proprio analizzare i campioni di sangue, dai quali viene estratto in laboratorio un RNA totale, posto successivamente in una piastra a 96 pozzetti, ognuno dei quali contenente un reagente che individua la presenza di un determinato tipo di MicroRNA. La presenza della singola molecola si manifesta attraverso una luminescenza di colore verde di uno specifico pozzetto. La piastra viene introdotta all’interno di Miriam, su cui viene poi posto uno smartphone provvisto di videocamera esterna e connessione alla rete internet.
Lo smartphone fotografa la piastra durante e dopo la reazione, e invia i dati via cloud ad un database online che li elabora analizzando la posizione e l’intensità delle luminescenze e il tempo necessario alla loro manifestazione. Le combinazioni dei pozzetti luminescenti, rappresentativi delle singole tipologie di molecole di MicroRNA effettivamente presenti nel sangue del paziente, vengono poi confrontate con le documentazioni scientifiche già esistenti che le correlano a particolari disagi e patologie.
Potenzialità e vantaggi
Miriam è ancora in fase di sviluppo prototipale, poiché consente, per ora, di diagnosticare solo alcune tipologie di cancro tra cui cancro al seno, cancro ai polmoni, cancro alla prostata e soprattutto cancro al pancreas, notoriamente il più silente e, dunque, più difficile da diagnosticare in anticipo.
Tuttavia i presupposti sono già quelli di un prodotto innovativo, che possa invadere il mercato della strumentazione per la diagnostica tumorale e giocare un ruolo decisivo nella sfida contro il cancro, poiché:
- Abbatte i costi della diagnostica di 50 volte rispetto ai metodi correnti, in quanto si serve solo di analisi del sangue e di documentazioni scientifiche sulle correlazioni tra dati su MicroRNA e patologie diagnosticabili, e il suo caratteristico involucro blu viene realizzato mediante stampa 3D a basso costo.
- Riduce i tempi di diagnosi, poiché la durata del processo di analisi ed elaborazione di cui si serve è di circa 6o minuti.
- Presenta risultati più attendibili, poiché analizza le MicroRNA che, rispetto agli altri marcatori tumorali, risultano essere più stabili all’interno dei fluidi biologici, facilmente accessibili e misurabili più volte nello stesso periodo di tempo in maniera del tutto non invasiva.
I sorprendenti risultati ottenuti già in fase prototipale, le floride previsioni sulla ricerca di correlazioni tra le patologie tumorali e le combinazioni delle più di 2000 tipologie di MicroRNA alimentano la speranza che questa sia la strada giusta da percorrere nella lotta al tumore: sorrido, allora, pensando al miracolo che hanno compiuto questi giovani e talentuosi ricercatori e alla forse non ricercata assonanza col nome che hanno scelto, Miroculus, e mi chiedo: “Quale sarà il prossimo traguardo cui giungeremo?”
Presentazione
Miriam è stato presentato al pubblico per la prima volta al TEDGlobal svoltosi lo scorso Ottobre a Rio de Janeiro, in un intervento di Jorge Soto, fondatore di Miroculus, che potrete vedere nel seguente video.