Continua l’innovazione ingegneristica nel campo delle tecnologie protesiche, ma questo progetto sembra aver preferito alla solita ricerca di tecnologie più avanzate quella di una maggiore semplicità, a favore di una notevole riduzione dei costi.
Il progetto di ricerca “Low cost prosthetic hand” di Massimo Polisiero di ISF (Ingegneria Senza Frontiere) e di Paolo Bifulco e Annalisa Liccardo del DIETI (Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione) di Napoli nasce da una considerazione riguardo il continuo aumento del numero di bambini vittime di mine, mutilazioni e malformazioni congenite nelle popolazioni del terzo mondo e ha come scopo la realizzazione di un dispositivo protesico robotico, capace di integrare le principali funzioni di presa di una mano, ad un costo contenuto, finalmente disponibile per i Paesi in via di sviluppo.
Come è possibile leggere dalla descrizione dettagliata, reperibile alla pagina del progetto, gli elementi chiave del dispositivo protesico sono la produzione a bassissimo costo, mediante l’uso di tecnologie open-source e di metodi di produzione con strumenti estremamente semplici ed economici, e la possibilità di manutenzione in loco, utilizzando componenti semplici e di facile reperibilità.
Gli autori hanno deciso di documentare con alcune foto i metodi di realizzazione del dispositivo e di presentare nel lavoro anche un resoconto dei componenti utilizzati, mostrandone il costo totale che ammonta a 39,61 euro, contro i costi delle attuali protesi robotiche che, nei modelli più economici, ammontano a 1000 euro.
L’attivazione del movimento della mano avviene tramite il prelievo del segnale elettromiografico (EMG) prodotto dai muscoli dell’utente ed il sistema utilizzato permette la rilevazione di segnali EMG anche molto deboli, ovvero non richiede un elevato sforzo muscolare, il che rende tale protesi adatta anche ai bambini.
Ecco un video dimostrativo delle sue funzionalità:
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